Nuova esperienza a scuola: un corso di Italiano per le mamme degli alunni stranieri

Nuova esperienza a scuola: un corso di Italiano per le mamme degli alunni stranieri, come previsto dai progetti d’istituto ‘Apriamo le porte’ e “Biblioteca di quartiere”. È iniziato da una settimana ed ha come obiettivo di dare alle mamme, che non parlano la nostra lingua, una base di italiano “di prossimità” funzionale ai contatti scuola – famiglia. Più di una volta gli insegnanti hanno avuto serie difficoltà di comunicazione con i genitori che non conoscono l’italiano, o lo parlano poco (e spesso quel poco è più vicino all’avezzanese) riguardo ad iniziative della scuola come uscite didattiche, attività pomeridiane, uscite nella mattinata a cui gli alunni non hanno potuto partecipare. Lo stesso è avvenuto per avvisi sulle assenze o sul materiale da portare o sulla prevenzione. La scuola vuole dare l’opportunità anche ai genitori di cominciare a parlare l’italiano in modo consapevole, cosi da agevolare le comunicazioni non soltanto con i docenti, ma anche con gli uffici di segreteria e presidenza. Negli anni sessanta don Lorenzo Milani affermava “è la lingua che ci fa uguali” e dopo cinquant’anni questa si rivela ancora una affermazione densa di significato e di valenza sociale. Le persone possono essere diverse per cultura, censo, genere, ma se possono relazionarsi padroneggiando la lingua, hanno maggiori occasioni per crescere, conoscersi ed anche accedere alle molteplici opportunità che la diversità porta con sé. La maggior parte delle donne vive la condizione di migrante con fatica, perché è un evento faticoso che segna profondamente la loro storia ed identità. I cambiamenti sono molteplici e improvvisi e il bisogno impellente è quello di apprendere una lingua, quella d’accoglienza, che consentirà loro di svolgere il ruolo di madre e di responsabile dell’andamento della famiglia. Attraverso di loro passa anche la realizzazione di aspettative da parte della scuola sugli alunni ed è solo grazie alla collaborazione delle due agenzie educative, famiglia e scuola, che si potrà ottenere una inclusione reale e costruttiva. La scuola italiana è stata ‘terremotata’, non in senso tellurico ma in senso culturale e se si vuole costruire una società in cui ci sia bassa conflittualità, le scelte che deve operare la scuola dovranno essere inclusive aprendosi al diverso e al territorio, ricostruendo il tessuto connettivo del nostro quartiere.

Nella stessa ottica già da un paio di anni sono stati messi a disposizione moduli plurilingue per comunicare con le famiglie e questo è un ulteriore strumento che facilita la collaborazione. Dopo tre incontri-lezione il numero delle partecipanti è salito di volta in volta e gli strumenti di cui ci serviamo sono pensati proprio per una ‘classe’ di adulti e sono libri e schede preparati da esperti dell’Università per Stranieri di Perugia. Non abbiamo l’ambizione di proporre un percorso che tiene conto del QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue) o di fornire certificazioni, ma avviare l’uso e la conoscenza della lingua italiana.

 

 

 

Precedente Master Universitario di I livello (60 CFU) in "DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), BES (Bisogni Educativi Speciali) e Disturbi dello Sviluppo. Psicopedagogia, Didattica, Comunicazione" Successivo "Edificazione di un mondo pacifico e migliore grazie allo Sport e all'ideale Olimpico"