MIUR: Atto di Indirizzo per l’anno 2016

DOCUMENTO MIUR 30.11.2015, PROT. N. 38
Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca per l’anno 2016.

Il presente Atto di indirizzo per l’anno 2016, individua le priorità politiche con le relative aree di intervento aggiornate ed integrate sulla base delle nuove finalità da perseguire.

Priorità politica 1 – Offerta formativa

Potenziarla con riguardo alle competenze linguistiche, all’arte, all’educazione motoria e alle nuove alfabetizzazioni, tra cui le competenze economiche, l’uso critico dei media, il pensiero computazionale.

I grandi cambiamenti in atto impongono che gli studenti siano dotati di un bagaglio di conoscenze e di competenze adeguato per affrontare le sfide che li attendono. Si rende quindi indispensabile aggiornare e, laddove necessario, ripensare programmi e percorsi di insegnamento a tutti i livelli per poter soddisfare pienamente le nuove esigenze degli studenti.

Priorità politica 2 – Inclusione scolastica

Sviluppare una politica organica per studenti e fabbisogni dei territori, finalizzata a garantire il pieno diritto allo studio anche degli studenti disabili e aprendo la scuola al territorio.

La scuola deve essere il luogo dell’inclusione, dell’integrazione, della crescita e dello sviluppo collettivo e individuale. Nessuno deve essere lasciato indietro, non devono esistere barriere di alcun tipo che impediscano ad ogni singolo allievo il pieno godimento dell’apprendimento.

Priorità politica 3 – Dispersione scolastica

Abbatterla mediante l’utilizzo integrato degli strumenti previsti dalla Buono Scuola, tra cui la nuova offerta formativa, l’alternanza scuola-lavoro, l’innovazione didattica e degli ambienti per l’apprendimento.

Il completamento del percorso scolastico è un requisito indispensabile per la formazione di cittadini consapevoli, capaci di godere in pieno dei propri diritti e di adempiere correttamente ai propri doveri. Per questo motivo occorre mettere in campo tutti gli sforzi necessari finalizzati all’eliminazione della dispersione scolastica.

Priorità politica 4 – Scuola-Lavoro

Mettere ogni studente, inclusi quelli dei licei, nelle condizioni di praticare un’esperienza di Scuola-Lavoro, affiancando le risorse della Buona Scuola ad accordi di filiera e politiche territoriali di attivazione.

Il percorso formativo di tutti gli studenti deve necessariamente prevedere la possibilità di un’esperienza concreta, di un primo contatto con il mondo del lavoro, al fine di accrescere la consapevolezza di quali sono gli sbocchi occupazionali e le prospettive di lavoro.

Priorità politica 5 – Innovazione digitale

Attuare il Piano Nazionale Scuola Digitale per colmare il divario digitale della scuola, mediante la digitalizzazione amministrativa e una politica strutturale di innovazione degli ambienti e della didattica.

La digitalizzazione, in tutti i settori, è ormai una necessità. Deve essere un’autentica “parola d’ordine” nell’ambito delle istituzioni scolastiche, nelle quali si formano i cittadini del futuro, sempre più destinati a vivere in un contesto nel quale tutto viene gestito attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie.

Priorità politica 6 – Formazione

Attuare l’obbligo di “formazione permanente” del personale scolastico, sviluppando politiche longitudinali orientate alla crescita professionale e ridefinire il legame tra formazione iniziale e accesso ai ruoli.

Per poter assicurare agli studenti il trasferimento di conoscenze e di competenze al passo con i tempi, è assolutamente necessario che anche coloro che sono responsabili di tale trasferimento, cioè i docenti, siano a loro volta adeguatemene e costantemente formati e aggiornati.

Priorità politica 7 – Valutazione

Valorizzare il Sistema Nazionale di Valutazione usando al meglio i dati. Costruire un sistema organico per DS e insegnanti. Diffondere la cultura della valutazione cui ancorare priorità formative e obiettivi dirigenziali.

Il miglioramento di una qualsiasi organizzazione passa attraverso la sua valutazione che consente di conoscerne le prestazioni, i punti di forza e le aree da migliorare. Occorre quindi continuare ad investire sulla diffusione della cultura della valutazione a tutti i livelli.

Priorità politica 8 – Edilizia scolastica

Farne una politica strutturale, efficace e trasparente (ammodernamento, decoro, funzionalità degli edifici, messa in sicurezza), e sul monitoraggio in chiave preventiva, incentrato sull’anagrafe.

Negli ultimi anni sono già stati fatti sforzi significativi per migliorare il livello qualitativo degli edifici scolastici: se non si continua ad investire su questo aspetto tali sforzi rischiano di rivelarsi inutili. Occorre quindi che queste tipologie di interventi diventino un costante obiettivo delle politiche del Ministero, concentrando l’attenzione anche su monitoraggio e prevenzione.

Priorità politica 9 – Orientamento

Orientamento come politica attiva, disegnato e attuato in sinergia tra scuola, università e mondo del lavoro. Percorsi di orientamento nel corso della scuola secondaria, come antidoto alla dispersione e al “fuori corso”.

Ancora troppi studenti non completano il percorso formativo perché al momento della scelta non hanno optato per il corso di studi più rispondente alle proprie attitudini e aspirazioni. Occorrono quindi interventi mirati, sinergicamente organizzati in collaborazione fra scuola, università e mondo del lavoro, per assicurare agli studenti stessi una guida che li aiuti a fare le scelte giuste.

Priorità politica 10 – Diritto allo studio e merito

Studente e contesto territoriale al centro dell’investimento; aumentare il numero dei beneficiari di borse, rendere più efficienti i criteri d’assegnazione; valorizzare il merito.

Si tratta di assicurare il pieno godimento del diritto riconosciuto anche dalla Costituzione: occorre massimizzare l’impegno affinché nessuno studente meritevole sia lasciato indietro strutturando politiche per il diritto allo studio adeguate e risorse sufficienti.

Priorità politica 11 – Atenei attrattivi

Rendere gli atenei competitivi: incentivare la vocazione settoriale di ciascuno, rafforzando gli strumenti per l’autonomia in coerenza con la propria missione.

Caratteristica indispensabile per le università del terzo millennio è la capacità di attrarre studenti, ricercatori e professori il più possibile talentuosi, soprattutto quelli provenienti da altri paesi. Vi sono esperienze di successo che dimostrano che si può diventare “attrattivi” in molti modi e differenziando l’offerta formativa.

Priorità politica 12 – Internazionalizzazione

Incentivare l’internazionalizzazione degli Atenei: attrarre capitale umano da altri paesi, mobilità globale di studenti e docenti, offerta formativa interdisciplinare, flessibile e a vocazione internazionale.

L’internazionalizzazione del sistema universitario è un obiettivo ancora non raggiunto pienamente e diffusamente. Ciò significa, innanzitutto, apertura verso l’Europa senza soluzione di continuità con incentivi alla mobilità degli studenti utilizzando i nuovi strumenti europei come Erasmus plus. L’apertura deve essere anche verso le nuove metodologie della formazione mettendo a frutto e a sistema esperienze di eccellenza che già esistono nel nostro paese.

Priorità politica 13 – Capitale umano

Investire nei processi di ricambio della classe docente, garantire l’accesso agile alla carriera accademica e l’efficace copertura del turn over.

Condizione indispensabile per assicurare un’adeguata continuità della capacità di formare ottimi laureati è poter contare su docenti aggiornati e preparati e numericamente e qualitativamente sufficienti per soddisfare le esigenze degli studenti e degli altri stakeholder delle università.

Priorità politica 14 – Mobilità

Promuovere le politiche di mobilità dei ricercatori a tutti i livelli, favorendo e semplificando le procedure di “portabilità” dei progetti di ricerca, specie in raccordo con il sistema delle infrastrutture.

È necessario che il mondo della formazione superiore e della ricerca sia sempre più “aperto”. La mobilità dei ricercatori tra Enti e tra Enti e Università va quindi incoraggiata con appositi incentivi; le chiamate dirette sono un istituto importante per incentivare la qualità degli enti pubblici di ricerca.

Priorità politica 15 – Status dei ricercatori

Definire un nuovo status giuridico del personale di ricerca degli EPR, in sinergia con quanto avviene nelle Università, applicando l’apposita delega governativa e valorizzando ruolo e autonomia dei ricercatori.

Occorre dare attuazione alla delega governativa che prevede la ridefinizione dei profili del personale di ricerca degli EPR. Si tratta di un passaggio indispensabile per assicurare agli enti medesimi la disponibilità di risorse umane sempre più qualificate e adeguate alle reali esigenze.

Priorità politica 16 – Nuova governance EPR

Revisione di struttura e governance degli EPR in funzione di una ripartizione più razionale, economica ed efficace delle loro missioni, mirante a una valorizzazione dell’autonomia d’indirizzo.

Il sistema degli EPR deve essere reso più efficace: più chiara definizione delle rispettive missioni, evitando duplicazioni e/o sovrapposizioni, ottimale distribuzione e utilizzo delle risorse disponibili, valorizzazione dell’autonomia.

Priorità politica 17 – Programma nazionale della Ricerca

Dare efficace attuazione alla strategia del Programma nazionale della Ricerca e alla nuova programmazione comunitaria attraverso una sinergia virtuosa con Regioni e stakeholders del sistema ricerca.

È necessaria una programmazione delle attività e degli interventi inerenti la ricerca del Paese, con particolare riferimento all’attuazione della nuova programmazione comunitaria, mediante un coordinamento più efficace e la previsione di un raccordo strutturale con gli enti di ricerca vigilati da altri Ministeri. La necessità di una filiera unica della ricerca e dell’innovazione è oramai sentita, in virtù della necessità di integrare politiche di specializzazione regionale e politiche nazionali.

Priorità politica 18 – Autonomia

Favorire un sistema di autonomia nel settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica puntando su processi di accreditamento e di valutazione, anche legati all’assegnazione di risorse secondo criteri premiali.

Le Istituzioni AFAM devono diventare sempre più dinamiche, capaci di reagire con immediatezza ai mutamenti di contesto. Devono essere istituzioni amministrativamente semplici, pur nella complessità delle rispettive missioni, snelle e strutturate come organizzazioni flessibili. Tutto ciò vuol dire puntare su una forte autonomia, rispettosa delle specificità delle singole istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Abbiamo quindi bisogno di scuole di alta formazione che promuovano una nuova organizzazione interna in cui siano chiari i ruoli e le responsabilità. E abbiamo necessità di semplificare e liberare accademie e conservatori da vincoli burocratici poco rispondenti al buon funzionamento di questo settore.

Priorità politica 19 – Capitale umano AFAM

Nei processi di assunzione valorizzare l’esperienza senza trascurare il merito, diversificare l’offerta formativa sostenendo identità e vocazioni.

Come già detto per altri ambiti di intervento di competenza del Ministero, anche per le istituzioni AFAM il capitale umano rappresenta la risorsa strategica per eccellenza: senza un personale docente adeguato, qualificato, costantemente formato e aggiornato, selezionato sulla base di criteri trasparenti e meritocratici risulta impossibile assicurare un’offerta formativa in linea con le esigenze degli allievi.

Priorità politica 20 – Internazionalizzazione

Favorire e promuovere con specifici incentivi l’internazionalizzazione del sistema AFAM verso i paesi europei ed extra-europei.

L’arte è sempre stata lo strumento con cui si sono abbattute barriere: l’Italia, da un lato, deve essere in grado di “esportare” musicisti, coreografi, designer, stilisti, direttori d’orchestra, scenografi, fotografi, danzatori restauratori o educatori museali; dall’altro, deve “importare” le migliori storie ed esperienze straniere per contaminarsi, tornare ad essere pienamente luogo di incontri che producono la migliore formazione classica e il meglio delle nuove avanguardie. L’Italia deve mostrare che vuole aprirsi e competere. Solo cosi può diventare la destinazione obbligata per chiunque voglia diventare un artista.

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